Razionalizzazione delle funzioni di polizia e assorbimento del Corpo Forestale dello Stato

GRAVE RISCHIO PER IL PAESE E PER I LAVORATORI

Con la Legge Madia 124/2015 del 7 Agosto (Deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche), il Governo ha ricevuto mandato per emettere una serie di decreti attuativi finalizzati al riordino delle Pubblica Amministrazione, compresa la razionalizzazione delle Forze di Polizia, come indicato all’art. 8 comma 1 lett. a) della Legge (Riorganizzazione dell’amministrazione dello Stato).

Per quello che riguarda il Corpo Forestale dello Stato, il decreto attuativo prevede, dal 1 Gennaio 2017, l’assorbimento nell’Arma dei Carabinieri della quasi totalità delle funzioni e del personale (circa 7.043 unità), con esclusione di piccole aliquote e limitate funzioni trasferite a Vigili del Fuoco, Guardia di Finanza, Polizia di Stato, Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.

Al di là delle pesanti ricadute che a nostro avviso ci saranno sulla tutela dell’ambiente, posto che l’Arma dei Carabinieri è corpo militare e forza di polizia generalista con obiettivi primari di salvaguardia dell’ordine e della sicurezza pubblica, rimane il grosso problema del personale ora Forestale (domani Carabinieri) che contro la propria volontà si vedrà praticamente obbligato ad abbracciare lo “status militare” con tutto ciò che tale operazione comporterà sui diritti civili individuali e di cittadinanza fino a oggi acquisiti e garantiti.

Il Corpo Forestale dello Stato è l’unico dei corpi di polizia al quale, oltre a essere assicurata la piena sindacalizzazione, è garantito il diritto di sciopero, mentre il transito nei ranghi dell’Arma determinerebbe il passaggio a un regime militare che priverebbe il personale di questi ed altri diritti; la scelta imposta da questo Governo (di militarizzazione del C.F.S.) ricadrebbe pesantemente anche su scelte individuali, aggravato dall’età media piuttosto elevata del personale in servizio.

Inoltre, lo schema di decreto legislativo contiene al suo interno la previsione che il personale transitato nei corpi ad ordinamento militare (Carabinieri e Guardia di Finanza) venga discrezionalmente valutato ai fini dell’idoneità di servizio al termine di un corso di formazione militare di durata e dai contenuti imprecisati.

A parere della Funzione Pubblica CGIL Piemonte del Corpo Forestale dello Stato, la norma non prospetta al personale molte alternative al trasferimento presso le amministrazioni indicate dallo schema di Decreto attuativo, anche per le tempistiche di realizzazione, che prevedono il termine delle procedure di transito alla data del 1 Settembre 2016. Il personale che non volesse transitare nell’Arma (o in piccola parte nelle altre forze di polizia) avrebbe come alternativa una generica possibilità di mobilità verso amministrazioni ad oggi non ancora individuate e senza alcuna garanzia circa gli aspetti previdenziali e retributivi, fino ad approdare al 1 Gennaio 2017 – in caso di mancata ricollocazione – ad una mobilità ordinaria così come prevista dal Decreto Legislativo 165/2001 (aspettativa per un massimo di 24 mesi allai??i??80% dello stipendio tabellare).

Tale riforma, secondo la nostra Organizzazione Sindacale, va in senso nettamente contrario a quanto indicato dallai??i??Unione Europea che, anche in un’ottica di un raccordo tra i vari Stati membri, richiedeva l’unificazione dei corpi di polizia in soli due organismi a ordinamento civile evitando,in tal modo, di mantenere corpi militari con le medesime funzioni. Secondo questa previsione, andava la costituzione nell’anno 2011 di “Eurogendfor” (Gendarmeria europea), un organismo sovranazionale costituito anche al fine di permettere al personale dell’Arma dei Carabinieri di mantenere il proprio status militare, evitando di transitare in una forza di polizia civile.

Riteniamo che, all’interno di una riforma richiesta dalla UE, il Governo non abbia avuto la forza di unificare le 5 ff.pp. presenti nel nostro Paese, scontrandosi con interessi corporativi particolarmente importanti e sia intervenuto sulla forza più piccola e relativamente debole per poter annunciare con slogan riduttivi di aver riformato il comparto, il tutto in assenza di un minimo confronto con i lavoratori e le loro rappresentanze.

Il tutto determinerà, ne siamo convinti, una minore attenzione sulle tematiche legate alla salvaguardia ambientale e agroalimentare in un Paese in cui la tale tutela dovrebbe costituire una priorità assoluta (si vedano ad esempio Terra dei Fuochi, gravi dissesti idrogeologici, abusi edilizi di ogni genere, discariche abusive, contraffazioni alimentari ecc. che quotidianamente violentano il nostro territorio e i cittadini, minando la salute di tutti).

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